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Giornata del Fiocchetto Lilla 2019. Report del Convegno "Anoressia, bulimia, binge-eating: diagnosi psichiatrica o problema culturale?"

venerdì 22 marzo 2019 - 09:55

Dott.ssa Silvia Del Buono

 

Da quest'anno, il 15 marzo in tutta Italia si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare.
In realtà da già otto anni, Stefano Tavilla, presidente dell'Associazione "Mi Nutro di Vita" (Pieve Ligure – GE), a seguito della scomparsa nel 2011 della figlia Giulia di soli 17 anni, promuove l'idea che questa giornata possa essere un momento di riflessione intorno a un tema sempre più drammatico ed attuale. Dunque, nonostante quella del 2019 sia ormai l'ottava Giornata del Fiocchetto Lilla, a cui le Associazioni di genitori di tutta Italia partecipano, organizzando eventi di sensibilizzazione ed informazione sul tema, quest'anno per la prima volta la Giornata è un evento istituzionalmente riconosciuto dalla Presidenza del Consiglio.

Gli obiettivi della giornata sono molteplici: combattere informazioni distorte e pregiudizi, difendendo così i diritti fondamentali di chi è colpito da un DCA, sensibilizzare l'opinione pubblica in proposito, scoraggiare il distacco ed il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto dalla malattia, accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale del carattere di epidemia sociale che i DCA stanno assumendo e, non ultimo, creare una rete di solidarietà verso chi ne è colpito, personalmente o in famiglia, per combattere il senso di abbandono e sconfiggere l'omertà che accompagna questi disturbi.

Proprio in questa ottica il comune di Napoli, ed in particolare l'Assessorato al Welfare e alla Sanità, rappresentato da Roberta Gaeta, ha voluto prendere parte a questo movimento nazionale, promuovendo un evento aperto alla cittadinanza che potesse contribuire al raggiungimento degli obiettivi sopracitati. A conclusione di una serie di manifestazioni organizzate dal Comune nella giornata del 15 marzo (come il Flash mob tenutosi in piazza Municipio e l'illuminazione di lilla del Maschio Angioino), lunedì si è tenuto nella Sala Giunta del Palazzo San Giacomo del Comune di Napoli un convegno dal titolo "Anoressia, bulimia, binge-eating: diagnosi psichiatrica o problema culturale?".
Il convegno, organizzato dal centro di Psicologia e Psicoterapia PsicoterapicaMente, con il patrocinio dell'Ordine degli Psicologi della Campania, ha visto la partecipazione in qualità di relatori di numerosi professionisti ed esponenti di associazioni attive sul territorio e a livello nazionale, che rivolgono la loro attenzione ed il loro impegno a questi temi.

 

L'apertura dei lavori è stata affidata al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il quale ha ricordato come il fenomeno dei DCA sia in realtà diffuso, anche se spesso silenzioso, provocando un dolore che solo l'ascolto sincero e attento può aiutare a guarire.
A seguire la presentazione dell'evento è stata affidata a Roberta Gaeta, Assessore al Welfare e alla Sanità del Comune di Napoli, che ha ribadito la necessità di interrogarsi ed impegnarsi affinché si possa costruire un dialogo tra cittadinanza e professionisti del settore, per creare un ponte verso chi soffre di questi disagi.
Dopo l'introduzione istituzionale si sono susseguiti numerosi interventi degli esperti convocati, moderati da Claudio Silvestri, giornalista e redattore del quotidiano Roma. Il Dott. Alessandro Raggi, psicologo psicoterapeuta, direttore del Centro PsicoterapicaMente, organizzatore dell'evento e Responsabile del Centro Ananke di Napoli per la cura dei DCA, ha posto l'accento sulla necessità di ripensare totalmente i modelli di cura tradizionali per intervenire su queste patologie. È opportuno infatti accantonare le linee guida che i professionisti abitualmente utilizzano per il trattamento di altri disturbi psichici e mettere in discussione i propri modelli di riferimento, per intraprendere un lavoro integrato e multidisciplinare, che metta al centro i bisogni del soggetto che comunica attraverso i sintomi la propria sofferenza.

In questa prospettiva, il Dott. Vittorio Schiavone, primario di Riabilitazione Psichiatrica presso l'Ospedale Hermitage di Capodimonte, ha proposto un intervento in cui, passando attraverso una trattazione storica e socio-culturale del tema, ha affrontato la difficile questione del trattamento farmacologico e psichiatrico per la cura dei DCA. A seguire, la Dott.ssa Giusy Cinquemani, psicoanalista di gruppo, propone l'idea che il lavoro integrato, in équipe, dei curanti possa configurarsi come strumento fondamentale per il trattamento di patologie di tale complessità.

 

Simona Sinesi, vicepresidente dell'Associazione NEVER GIVE UP ha presentato poi l'approccio innovativo che la loro realtà associativa propone come strumento di lavoro per la sensibilizzazione e la prevenzione sul tema, centrato in particolare sul contatto con gli adolescenti, fascia d'età colpita in modo allarmante. Testimonianza preziosa è quella di Giuseppe Rauso, presidente dell'associazione Emmepi4ever e referente per la regione Campania di Consult@noi, associazione di II livello che racchiude molte realtà associative di genitori e familiari sul territorio nazionale. In seguito alla perdita della figlia Maria Paola, avvenuta nel 2013 a causa di un disturbo alimentare, i coniugi Rauso hanno fondato la loro associazione, ponendosi l'obiettivo di promuovere la partecipazione ed il coinvolgimento delle famiglie nei percorsi di trattamento e cura dei DCA, soprattutto in contrapposizione al pregiudizio sociale che vede i genitori di chi ne soffre troppo spesso considerati colpevoli dell'esistenza di tale patologie. Il Dott. Christian Valentino, psicoterapeuta della cooperativa sociale Consorzio Matrix, tra gli enti promotori del convegno, affronta poi il fenomeno anoressico-bulimico da una prospettiva junghiana, fornendone una lettura archetipica.
L'ultimo intervento è invece stato affidato a Claudia Puglia, fotomodella e attrice, che ha contribuito con la propria testimonianza sui rischi che si corrono in alcuni ambienti lavorativi, ad alimentare un acceso dibattito con il pubblico in merito a quelle che più frequentemente sono individuate come cause, di tipo sociale e culturale, dell'insorgere di queste problematiche.

 

L'evento, che ha visto la partecipazione di un pubblico attento e coinvolto, composto anche da alcune classi della scuola media Giuseppe Fiorelli di Chiaia (NA), si è concluso con l'augurio che questa possa essere solo la prima di ulteriori occasioni di incontro e confronto su temi tanto delicati, verso i quali è necessario che le istituzioni e la cittadinanza tutta acquisiscano consapevolezza e sensibilità.

 

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