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Il rapporto con il cibo nei Disturbi del Comportamento Alimentare: la dieta.

lunedì 24 maggio 2021 - 12:28

Uno dei grandi temi quando si parla di DCA è il famigerato rapporto che, le persone di cui ne sono affette, hanno con il cibo. Nei DCA il cibo perde la sua cittadinanza e l'unico passaporto con cui questo straniero viene ammesso è la dieta.
In questa serie di articoli verrà approfondito questo tema nelle sue diverse implicazioni.

 

Mark Twain, in uno dei suoi esercizi di sarcasmo, alla fine dell'800, disse: "l'unico modo per mantenersi in buona salute è mangiare quello che non vuoi, bere ciò che non ti piace e fare ciò che non vorresti". Questa affermazione funziona ancora oggi come battuta, fa sorridere perché sa portare alla luce una solida consapevolezza: per stare bene è necessario avere uno stile di vita sano e, poiché tendiamo all'insano per una presunta inclinazione congenita, se vogliamo stare bene, dobbiamo imparare a rinunciare alla nostra natura ed educarci alla pratica di attività giuste in quanto sane.

 

 

La cultura della dieta.

 

Tale idealizzazione punitiva è alla base di quella che negli anni ‘80 si configurerà come diet culture (cultura della dieta) ovvero quel sistema di credenze per cui ad ogni peso corrisponde uno stato di salute, i cibi nella loro versione "light" sono migliori, dimagrire è un successo e pertanto è buona educazione complimentarsi con chi riesce a perdere peso. Il "boom" dei Disturbi del Comportamento alimentare si è avuto (o si è registrato) negli anni '90. Ad oggi, non sappiamo se questa sia stata una coincidenza o no. Le trasformazioni della società sono state tante in pochi decenni ed è difficile isolare le variabili. Fatto sta che uno dei pilastri dei DCA è il controllo estremo su tutto ciò che viene ingerito. L'idea di base è di dover "stare a dieta" costantemente. Per perdere peso, per mantenere un peso specifico, per avere un'alimentazione sana, per evitare il piacere che il cibo può provocare, per non rischiare di perdere il controllo.

 

La dieta, da chi ha un DCA, viene vissuta principalmente come privazione di ciò che realmente si desidera - che fa paura - e restrizione calorica e qualitativa.
E' così che la routine alimentare si trasforma in una rigida tabella di marcia in cui quantità e frequenze sono determinate e rispettate con precisione assoluta. Ogni aspetto della vita ruota intorno all'alternarsi dei pasti così come sono ammessi.

 

La dieta è chiamata a mettere ordine.
La dieta è soluzione e problema.
La dieta, ben presto, diventa gabbia dorata e poi gabbia e basta.

 

 

Quando una dieta sfugge di mano.

 

Numerosi studi dimostrano che, a volte, un DCA comincia proprio da una dieta fai-da-te o stilata da un professionista. Altri studi dicono che spesso si può notare una certa coincidenza cronologica tra l'inizio di una dieta restrittiva e l'insorgenza di un DCA. Più che altro, il seguire una rigida prescrizione dietetica può costituire un fattore slatentizzante di un rapporto malsano con il cibo e con il corpo.

 

 

Dott.ssa Claudia Gucciardi. Biologa Nutrizionista

 

 

 

Fonti:
- Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell'alimentazione. Quaderno del Ministero della Salute n.17 ISSN 2038-5293
- Body weight perception and body weight control behaviors in adolescents, Robson Frank 2012

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