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Il rapporto con il peso nei Disturbi del Comportamento Alimentare: il peso giusto.

lunedì 26 aprile 2021 - 11:17

Il viaggio nell'esplorazione delle implicazioni nutrizionali dei Disturbi del Comportamento Alimentare, finora ci ha portato ad approfondirne alcuni degli aspetti misurabili. E questo non è un caso. La misurabilità è una cifra fondamentale del disturbo, croce e delizia per chi ne soffre, è ordine nel caos, è illusione di controllo di quella milionesima parte dell'Universo che basta, è ossessione e pretesa di certezza.

 

Oggi varchiamo i confini della misurabilità restituendo al disordine il suo territorio di pertinenza.

 

 

 

 

Esiste il peso giusto?

 

La risposta breve è NO. Cerchiamo di capirne il perché.

 

• Il primo motivo è che il peso corporeo, come abbiamo visto nel precedente articolo, è la risultante di un numero elevatissimo (e NON misurabile a priori) di processi fisiologici che portano i compartimenti corporei alla costante ricerca di nuovi equilibri. Questo fa sì che il peso di un essere vivente non possa essere, per definizione, un numero fisso;

 

• Il secondo motivo deriva dalla statistica. Esistono degli intervalli numerici in cui l'indice di massa corporea (BMI, dall'inglese) è considerato normale. NORMALE. Questa, in medicina, non è una parola che deve spaventarci e, soprattutto, non ha alcuna connotazione morale. Normale, vuol dire che un fenomeno statistico segue una distribuzione continua intorno alla media, cioè che il peso corporeo è distribuito nella popolazione secondo certe percentuali. Grazie a numerosi studi, si è arrivati a capire che le persone con un BMI tra il 18,5 e il 24,9 hanno una maggiore probabilità di trovarsi in una condizione di salute. Probabilità, il contrario di certezza, ordine, giusto.

 

Facciamo un esempio: una persona alta 1,70 m potrebbe pesare dai 53,5 Kg ai 72 Kg ed avere un corpo "normopeso". Ci sono quasi 20 Kg di differenza tra un estremo e l'altro dell'intervallo, è una bella differenza! Quindi, dove sta la verità?

 

La verità, quando si parla di peso, è qualcosa di estremamente relativo: al sesso, all'età, alla composizione corporea, alla presenza di patologie, alla genetica, all'assunzione di farmaci, allo stile di vita, all'attività sportiva.
Infatti, persino il range definito "di normopeso" dal calcolo del BMI è da interpretare, in quanto è il risultato di un calcolo matematico che prende in considerazione solo due parametri (peso/altezza2).

 

 

 

Tutto ciò che è vivo si muove compiendo innumerevoli micromovimenti per restare in equilibrio. Questo fa sì che i valori numerici che siamo in grado di misurare sul corpo siano un'istantanea di un dato momento, che può durare più o meno a lungo.
Il peso di salute può essere tale se trova spazio come conseguenza nella vita di una persona. Al contrario, quando il raggiungimento di un determinato peso arriva a costituire l'obiettivo monofocale, difficilmente avrà a che fare con il benessere.

 

Quando il corpo funziona bene e la mente "non pensa" al corpo, forse, siamo in equilibrio.

 

 

Dott.ssa Claudia Gucciardi. Biologa Nutrizionista

 

 

 

Fonti:
- Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell'alimentazione. Quaderno del Ministero della Salute n.17 ISSN 2038-5293
- The origin of the "ideal" body weight equations, M P Pai 2000
- Ideal Body Weight Is Not Really Ideal, B. Brodsky 2017

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